Nella vita quotidiana siamo circondati da oggetti di plastica, e questo ci sembra così naturale che non pensiamo mai che si tratta di un materiale inventato dall’uomo e che una volta non esisteva.

L’invenzione della plastica ha reso possibile realizzare in serie oggetti con le più disparate funzioni a costi bassissimi.

Gli albori della storia della plastica risalgono alla seconda metà del secolo XIX°, quando fra il 1861 e il 1862 l’inglese Alexander Parkes realizza la Xylonite, che può essere considerata il primo materiale semisintetico. Questo primo tipo di celluloide venne usato per realizzare manici e scatole, colletti e polsini per le camicie. In seguito, il nuovo materiale andò a sostituire l’avorio nelle palle da biliardo ed ebbe grande successo presso i dentisti per la rilevazione delle impronte dentarie.

cannucce di plastica

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Nel 1889 Eastman utilizzò la celluloide per le pellicole fotografiche. Nel 1907 Leo Baekeland, riscaldando fenolo e formaldeide, realizzò la bachelite, attualmente usata come isolante e per la produzione dei manici delle pentole. Nella stessa epoca, negli Stati Uniti veniva iniziata la sintesi di polimeri utilizzando sostanze derivate dalla raffinazione del petrolio. Tuttavia, solo nel 1920 venne chiarita la loro struttura, costituita da lunghe catene di molecole identiche: i monomeri.

Il decennio successivo vide la nascita della fòrmica, un laminato plastico utilizzato per la fabbricazione di oggetti d’arredamento.

Negli anni ’30 furono sintetizzati molti nuovi polimeri, fra cui il nylon, importante fibra tessile. Risale a questo periodo la coniazione della parola “plastica” per definire questi nuovi materiali.